a cura di Valentina Tonazzo
Le bronchiectasie in età pediatrica rappresentano una condizione respiratoria cronica caratterizzata da una dilatazione anomala dei bronchi, che porta a infezioni ricorrenti e difficoltà nella clearance del muco. Questa condizione influisce significativamente sulla qualità di vita dei bambini, manifestandosi con episodi frequenti di tosse produttiva, dispnea e ridotta capacità fisica.
Gestione della bronchiectasia. Gli interventi mirati a ridurre l’infiammazione. Il drenaggio delle vie aeree e l’attività fisica regolare nei bambini con malattie respiratorie croniche
La gestione della bronchiectasia si basa su interventi mirati a ridurre l’infiammazione, migliorare la funzionalità polmonare e prevenire le riacutizzazioni. Due strategie chiave in questo ambito sono le tecniche di drenaggio delle vie aeree (Airway Clearance Techniques, ACT), ovvero tecniche di fisioterapia respiratoria che facilitano l’espettorazione del muco, e l’attività fisica regolare. Tuttavia, l’adozione di queste strategie varia tra i pazienti, e gli studi mirano a identificare i fattori predittivi che influenzano il loro utilizzo.
Studio sull’uso delle ACT nel Registro Australiano delle Bronchiectasie
Un recente articolo pubblicato sulla rivista Pediatric Pulmonology ha esaminato i dati provenienti dal Registro Australiano delle Bronchiectasie, con l’obiettivo di descrivere le attuali pratiche di utilizzo delle ACT e dell’esercizio fisico nei bambini con questa condizione e di individuare i predittori che ne influenzano l’adozione. Lo studio ha analizzato i dati di 397 bambini (<18 anni) iscritti nel Registro Australiano delle Bronchiectasie. Sono stati raccolti dati demografici, clinici e relativi all’uso delle ACT, inclusa la frequenza di utilizzo e il tipo di tecniche impiegate, e allo svolgimento dell’attività fisica e sport nel trattamento delle bronchiectasie. Un’analisi multivariata ha identificato i predittori associati all’uso regolare delle ACT e dell’esercizio fisico, considerando variabili come l’età, la presenza di infezioni da Pseudomonas aeruginosa, il numero di ospedalizzazioni per riacutizzazioni respiratorie, la presenza di asma e il grado di coinvolgimento polmonare delle bronchiectasie.
I risultati dello studio sul trattamento delle bronchiectasie pediatriche: Fattori predittori ACT, Esercizio Fisico, ACBT
Dai dati emerge che solo il 30% dei bambini utilizza regolarmente le ACT. L’esercizio fisico è risultato la pratica più comunemente adottata, sia come modalità indipendente (36% dei cssi) che in combinazione con altre tecniche di fisioterapia respiratoria (78% dei casi), come il drenaggio posturale, le percussioni e la tecnica del ciclo attivo della respirazione (ACBT, Active Cycle of Breathing Technique). Tra i dispositivi e le tecniche più utilizzati per il drenaggio delle vie aeree nei bambini, le maschere a pressione espiratoria positiva (PEP) risultano le più comuni (utilizzate dal 23% dei pazienti). L’analisi ha evidenziato che l’uso regolare delle ACT è più frequente nei bambini con infezione da Pseudomonas aeruginosa e in quelli con un numero maggiore di riacutizzazioni respiratorie nell’anno precedente. Inoltre, si è osservata una diminuzione dell’uso delle ACT con l’aumentare dell’età, suggerendo che gli adolescenti tendono a trascurare queste tecniche rispetto ai bambini più piccoli.
Attività fisica e gestione delle bronchiectasie nei bambini
Il 48% dei bambini ha dichiarato di svolgere esercizio fisico regolare. L’età è risultata un fattore predittivo positivo per la pratica dell’esercizio fisico, indicando che i bambini più grandi sono più inclini a partecipare ad attività motorie. Tuttavia, la presenza di frequenti ospedalizzazioni per riacutizzazioni respiratorie ha mostrato una correlazione negativa con la pratica regolare dell’esercizio. Questo dato suggerisce che la severità della malattia possa ridurre la capacità o la motivazione dei bambini a impegnarsi nell’attività fisica. Tra le attività più praticate figurano il nuoto, la camminata, il ciclismo e la corsa, sebbene molti partecipanti abbiano segnalato altre forme di esercizio non specificate nel registro.
Analisi e confronto sull’adozione delle ACT ed esercizio fisico
L’adozione delle ACT e dell’esercizio fisico varia notevolmente tra i bambini con bronchiectasie. L’analisi del presente studio suggerisce che i bambini con infezioni croniche da Pseudomonas aeruginosa e quelli che hanno subito ospedalizzazioni frequenti sono più inclini a utilizzare le ACT. Tuttavia, paradossalmente, questi stessi bambini sono meno propensi a praticare esercizio fisico regolare. Ciò potrebbe essere dovuto a una maggiore severità della malattia, che limita la loro capacità fisica, oppure a una minore attenzione da parte dei medici e delle famiglie nell’incoraggiare l’attività fisica rispetto alle ACT tradizionali.
Le strategie mirate ad incentivare l’uso di ACT con l’aumentare dell’età dei bambini affetti da bronchiectasie
Il calo dell’uso delle ACT con l’aumentare dell’età dei bambini sottolinea l’importanza di strategie educative mirate agli adolescenti, per incoraggiarli a mantenere una routine regolare di gestione della malattia. Inoltre, la crescente popolarità dell’esercizio fisico come modalità di drenaggio delle vie aeree suggerisce la necessità di studi più approfonditi per valutarne l’efficacia e stabilire linee guida chiare.
Per concludere solo un terzo dei bambini con bronchiectasie utilizza regolarmente le ACT, mentre la metà pratica esercizio fisico. L’identificazione dei fattori predittivi può aiutare a sviluppare strategie di gestione più efficaci. Gli adolescenti tendono a trascurare le ACT, mentre i bambini con malattia più severa praticano meno esercizio fisico. Ulteriori studi sono necessari per comprendere meglio il ruolo dell’esercizio come modalità di drenaggio delle vie aeree e per sviluppare interventi personalizzati che favoriscano l’aderenza alle terapie.
Bibliografia
- Webb EM, Holland AE, Chang AB, et al. Pediatric physiotherapy management of airway clearance therapy and exercise: Data from the Australian Bronchiectasis Registry. Pediatr Pulmonol. 2025;60(1):e27370. doi:10.1002/ppul.27370
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